Quali sono
gli sport che aiutano i bambini a crescere? Nei primi anni di vita è importante
che il bambino faccia un po’ di movimento, possibilmente accompagnato da uno
dei due genitori: in piscina, per
esempio, il piccolo impara a conoscere le proprie potenzialità, amplia le sue
conoscenze e, nello stesso tempo, si sente protetto dalla presenza dei genitori che gli permettono di superare
facilmente la paura nei confronti della nuova esperienza.
Dai 4 ai 5 anni i bimbi imparano a
superare il timore dell’acqua, a immergere la testa e a fare i primi
esercizi di galleggiamento. Questa, inoltre, è l’età delle prime
“biciclettate”, con e senza rotelle, così come quella dei giochi di movimento
all’aria aperta e dei primi approcci sulla neve, seguiti da un istruttore
esperto. L’importante è scegliere per il proprio bambino un’attività che gli
piaccia, ricordandosi bene che lo sport, a questa età, dev’essere vissuto solo
come puro divertimento.
Un’attività molto apprezzata, anche
tra i più piccoli, è la danza che è un “gioco in movimento”
che li aiuta a coordinarsi e a prendere confidenza con il ritmo della musica,
mentre, gli amanti degli animali, possono già cominciare con l’equitazione.
Durante i primi tempi il piccolo prende confidenza con il pony e si abitua a
interagire con lui, quando diventa più grandicello (e anche più esperto) può
impegnarsi, con l’aiuto dell’istruttore, in brevi passeggiate.
Dai 5 anni è sempre il nuoto lo sport
più consigliato dagli esperti: a
quest’età l’attività in acqua aiuta il bambino a sviluppare e potenziale i
muscoli di tutto il corpo, le articolazioni e le ossa. I piccoli che hanno già
preso confidenza con questa attività possono già imparare a nuotare, seguendo i
primi stili.
Tra i 5 e i 6 anni si può iniziare
anche con il tennis, affrontando
tutti i giochi preparatori che porteranno all’apprendimento dello sport vero e
proprio.
Verso i 6 anni, via libera ai giochi di
squadra: dal
calcio, il basket, la pallavolo… lo sport non è più vissuto solo come
un’attività fisica da fare singolarmente ma come un gioco da fare in gruppo. I
bambini, perciò, devono imparare a rispettare le regole, ad accettare le
sconfitte e a collaborare con i compagni, condividendo con loro la complicità
dello spogliatoio.
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