Nonostante il ruolo centrale di protagonisti del processo
di
apprendimento sia riservato alla coppia madre-figlio, la figura
dell'insegnante riveste un'importanza fondamentale; è il terzo elemento
di questo triangolo che col trascorrere delle lezioni si formerà
e che dovrà essere armonico e sincronico, se vogliamo che
l'apprendimento
proceda in modo sereno e proficuo per il bambino. L'insegnate dovrà mettere in risalto le conoscenze
concrete su temi quali il rapporto mamma-figlio, caratteristiche
psicologiche del bambino di prima infanzia, conoscenza delle diverse
tappe di sviluppo, sia intellettivo che emozionale e sociale; i
diversi modi comunicazionali del bambino e della sua mamma; conoscenza
delle diverse dinamiche di gruppo; conoscenza dei diversi modi e
metodi di apprendimento/ insegnamento; nozioni importanti di pronto
soccorso pediatrico ed infine, perfetto dominio e conoscenza
delle tecniche di nuoto.
lunedì 30 gennaio 2012
domenica 29 gennaio 2012
Dite...
Dite: è faticoso frequentare i bambini. Avete ragione.
Poi aggiungete: perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto. Non è questo che più stanca.
E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi,alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
Janusz Korczac
Poi aggiungete: perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto. Non è questo che più stanca.
E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi,alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
Janusz Korczac
giovedì 26 gennaio 2012
Acquaticità...
L’acquaticità, ovvero un iniziale contatto con il mondo acquatico, se praticata sin dai primi mesi di vita del bambino ne favorisce lo sviluppo psico-motorio e sensoriale unitamente all’apprendimento di schemi posturali adeguati e di un corretto controllo respiratorio. Da non trascurare sono inoltre i risvolti psico-sociali, infatti l’esperienza ludica in acqua, quale elemento fondamentale per la vita, stimola la formazione di una solida relazione genitore-bambino incrementando autostima e fiducia nelle proprie potenzialità congiuntamente alla socializzazione con gli altri bambini.
Il neonato ritrova in acqua un ambiente a lui conosciuto e rassicurante, l’utero materno, che gli trasmette tranquillità e serenità: il movimento dolce dell’acqua lo massaggia, lo avvolge, lo culla. Il genitore, guidato dal trainer del corso, aiuta il proprio bimbo a svolgere semplici esercizi e giochi finalizzati allo sviluppo di una maggior confidenza con l’elemento acqua; il bambino grazie al costante contatto con la figura parentale, che funge da punto di riferimento, acquista la sicurezza e la fiducia necessari per uno sviluppo ed una crescita armoniosi.
L’esperienza in acqua garantisce inoltre risvolti positivi anche per il genitore che acquisisce una miglior abilità nel maneggiare il proprio bimbo senza timore, riduce l’ansia e le preoccupazioni, consente il confronto e il dialogo costruttivo con altri genitori e soprattutto permette di dedicare del tempo esclusivo qualitativamente proficuo al proprio figlio.
mercoledì 25 gennaio 2012
I bambini hanno paura dell'acqua?
La fobia dell’acqua insieme a quella del buio, è probabilmente la
paura più comune nei bambini. Spesso non ha un’origine precisa ma
dipende dall’insicurezza del piccolo e tende a scomparire con il passare
del tempo.
In queste situazioni, mamma e papà devono armarsi di pazienza per aiutare il figlio a superare i suoi timori. Ecco alcuni suggerimenti.....
- Non forzarlo mai, per nessuna ragione: Se mamma e papà lo spingono a entrare in acqua nonostante il suo timore, c’è il rischio che il piccolo rafforzi la sua paura, di cui poi diventa difficile liberarsi.
- Rassicurarlo: I genitori devono confrontarsi con il figlio e le sue paure, cercando di capire che cosa sta provando il piccolo. Devono rassicurarlo, spiegandogli che l’acqua non è una nemica, ma che non c’è fretta e che loro sono lì accanto a lui e gli vogliono bene. Allo stesso modo, si deve trasmettere la convinzione che lui può farcela da solo.
- Mai spaventati di fronte al piccolo: Se il bambino vede i genitori spaventati, anche lui avrà paura e potrebbe non voler più avere a che fare con l’acqua.
- Procedere sempre gradualmente: E’ possibile, per esempio, sedersi con il figlio sul bordo della piscina e giocare con l’acqua: così il piccolo inizia a vedere l’acqua come fonte di divertimento. I genitori possono anche prima bagnarlo delicatamente con le mani, poi tentare un contatto più diretto, immergendo piedini e gambe.
I bambini possono seguendo corsi di acquacità avvicinarsi all’acqua in modo naturale. Questo può essere un’ottima soluzione se il piccolo teme l’acqua e ha una paura radicata. In questo caso, però, è fondamentale parlare sempre della situazione con l’istruttore, che così è in grado di orientare al meglio le lezioni.
In queste situazioni, mamma e papà devono armarsi di pazienza per aiutare il figlio a superare i suoi timori. Ecco alcuni suggerimenti.....
- Non forzarlo mai, per nessuna ragione: Se mamma e papà lo spingono a entrare in acqua nonostante il suo timore, c’è il rischio che il piccolo rafforzi la sua paura, di cui poi diventa difficile liberarsi.
- Rassicurarlo: I genitori devono confrontarsi con il figlio e le sue paure, cercando di capire che cosa sta provando il piccolo. Devono rassicurarlo, spiegandogli che l’acqua non è una nemica, ma che non c’è fretta e che loro sono lì accanto a lui e gli vogliono bene. Allo stesso modo, si deve trasmettere la convinzione che lui può farcela da solo.
- Mai spaventati di fronte al piccolo: Se il bambino vede i genitori spaventati, anche lui avrà paura e potrebbe non voler più avere a che fare con l’acqua.
- Procedere sempre gradualmente: E’ possibile, per esempio, sedersi con il figlio sul bordo della piscina e giocare con l’acqua: così il piccolo inizia a vedere l’acqua come fonte di divertimento. I genitori possono anche prima bagnarlo delicatamente con le mani, poi tentare un contatto più diretto, immergendo piedini e gambe.
I bambini possono seguendo corsi di acquacità avvicinarsi all’acqua in modo naturale. Questo può essere un’ottima soluzione se il piccolo teme l’acqua e ha una paura radicata. In questo caso, però, è fondamentale parlare sempre della situazione con l’istruttore, che così è in grado di orientare al meglio le lezioni.
Frequentemente i genitori ci domandano quando sia il momento migliore
per iniziare a portare i neonati ai corsi d'Acquaticità;
le nostre risposte sono sempre le stesse: Adesso! oppure: Quando siete pronti?. Riteniamo che tutti i momenti siano buoni per
iniziare
l'attività, a condizione che il bimbo e la famiglia siano
pronti. È consuetudine di quasi tutte le piscine ricevere i piccoli dopo
il sesto
mese; crediamo che il motivo sia che dopo questo periodo il
bambino è già stato sottoposto alle due prime dosi dei vaccini
obbligatori.
lunedì 23 gennaio 2012
Quando...
I primi passi nel mondo acquatico si possono
compiere a partire da appena tre mesi, quando i neonati rivivono il
piacere del grembo materno attraverso il corso di acquaticità infantile....
Il baby nuoto consiste in una serie di corsi
incentrati sulla volontà di mantenere i bambini in quello che per nove mesi è
stato il loro habitat naturale, ossia l’acqua. Nello specifico si tratta di
alcuni corsi che hanno come protagonisti bambini in età estremamente precoce,
primissimi mesi di vita, e molto spesso anche i loro genitori.
Il momento giusto...
Quando è il momento giusto per iniziare a far nuotare il
proprio piccolo? In realtà i pediatri spiegano che non esiste un’età specifica
per cominciare a nuotare. Tutto dipende dalla predisposizione del bambino. Un
genitore però può favorire un approccio sereno facendogli vivere l’acqua come
un gioco e aiutandolo ad abbandonare lentamente tavoletta e braccioli. Senza
mai perderlo di vista. Eppure quando arriva il momento di mettere i bambini in
acqua ogni genitore sembra sempre fin troppo preoccupato. In realtà sia pure
sotto forma di gioco il bambino può entrare già nei primi mesi di vita in
confidenza con l’acqua, perché è un elemento a cui è abituato, visto che nel
ventre materno imparano a ‘nuotare’ nel liquido amniotico. Comunque è sempre
bene procedere per livelli. Un bambino impara a tuffarsi, attraversare un
tratto di vasca di 5-6 metri e uscire dall’acqua con i propri mezzi tra i due
anni e mezzo e i cinque anni.
Quali sono i vantaggi..
Il
nuoto rende più socievoli. Purché lo si pratichi fin da bambini.
La psicologia genetica insegna infatti che la nascita e lo sviluppo
dell’intelligenza sono legati alle attività dei sensi, e quindi al tatto
all’udito e alla vista soprattutto. E poi anche alle attività motorie ed
esplorative.
Tutti
questi stimoli un bimbo li può trovare all’interno di una piscina:
un ambiente ricco di sensazioni, movimenti, suoni, farà si che tutte le sue
strutture senso-motorie siano sollecitate in modo intenso. E i risultati
saranno ancora migliori se verranno utilizzati dei giocattoli che daranno al
bambino la possibilità di toccare, manipolare, lanciare, succhiare
elementi di diverse forme, colori, materiali, superficie. L’acqua poi è un
continuo gioco: spinge, fa dondolare, permette di spruzzare, di sentire
rumori ma anche di provocarli.
Il
primo incontro con il nuoto non può che essere positivo per i bambini, e
le cose che piacciono sono quelle che si imparano più facilmente e velocemente.
Oltre che la presenza fondamentale dell’insegnante, è molto utile quella della mamma,
che dà un senso a tutte le attività del piccolo, fornisce compagnia e rinforzi
positivi come complimenti e applausi, ma anche consolazione e carezze se
necessarie, sostegno fisico e morale, è complice, aiutante e compagno di
giochi, rileva i suoi bisogni, e si occupa di esaudirli.
Iscriviti a:
Post (Atom)